ATTO PRIMO
Scena I
JORG:
Oh santo libro, oh dell'eterno Vero
Ispirate profetiche parole! . . .
Sequi, Stiffelio, e tua parola sia
Tempesta che distrugge, onda che ingoia,
O folgore che atterra
Pei nemici di Dio su questa terra.
Ei vien . . . la sposa seco. Ah voglia il cielo
Che l'amore non sia d'inciampo al zelo!
ATTO PRIMO
Scena II
STIFFELIO:
Tra voi son io . . . mia, sposa, amici! . . .
JORG:
Stiffelio . . .
STANKAR:
Figlio . . .
TUTTI:
Come felice
Tutti godiamo per tal ritorno!
In ogni core vivrà tal giorno.
Ognun qui v'ama.
DOROTEA:
Un battelliere
Qui fu più volte . . .
STIFFELIO:
E m'ha cercato?
DOROTEA:
Sì.
STIFFELIO:
Desso Valter; il buon nocchiere
Su strano caso m'ha consultato.
TUTTI:
Saper possiamo che vi narrò?
STIFFELIO:
Oh sì, ripeterlo ei non vietò.
Di qua varcando sul primo albore
Una finestra ei vide aprire,
E come colto da gran terrore
A quella un giovane poi comparire.
STANKAR:
(Oh mio sospetto!)
RAFFAELE e LINA:
(Oh ciel, che sento!)
JORG:
Deh proseguite!
TUTTI:
Strano l'evento!
STIFFELIO:
Era una donna a lui dappresso
Che fuor di senno quasi parea . . .
Egli esitava, ma poi l'eccesso
Dello spavento vincer dovea;
Sulla finestra ratto montò,
E giù nell'onda precipitò.
STANKAR:
Son quanti giorni?
STIFFELIO:
Otto.
LINA:
(Gran Dio!)
RAFFAELE:
(Fu testimone del caso mio!)
TUTTI:
Era il fuggente riconosciuto?
STIFFELIO:
No, questi fogli solo ha perduto.
TUTTI:
Vediamo?
LINA e RAFFAELE:
(Cielo!)
STANKAR:
Che ne farete?
STIFFELIO:
Per consegnarli, legger dovrei,
Rea tresca allora discoprirei . . .
JORG:
Ebben?
LINA e RAFFAELE
(Che fia?)
TUTTI:
Che risolvete?
STIFFELIO:
Ardan col nome del seduttor.
LINA e RAFFAELE:
(Cielo, respiro!)
TUTTI:
(Sublime cor!)
STIFFELIO:
Colla cenere disperso
Sia quel nome e quel delitto;
Dio lo disse, Dio l'ha scritto:
Al fratel s'indulgerà.
LINA
(Ah merce, merce, gran Dio,
Ti commosse il mio dolore!
S'or fui salva, in altro errore
L'alma più non ricadrà)
RAFFAELE:
(Simular, mentire d'uopo . . .
Un colloquio da voi voglio . . .
In quel libro porrò un foglio,
Ch'ora e loco vi dirà)
STANKAR:
(O Leuthold, all'onor mio
Nella figlia tu attentavi!
Ma, se ver che lo macchiavi,
Il tuo sangue il tergerà)
JORG, DOROTEA, FEDERICO:
(Ah perfino la memoria
Ei disperde dell'errore!
D'evangelico pastore
La virtude in cor gli sta!)
ATTO PRIMO
Scena III
CORO:
Viva Stiffelio! Viva!
STIFFELIO:
Che fia?
JORG:
Festosa arriva
Schiera d'amici a te.
STIFFELIO:
Che von'?
STIFFELIO:
Vedervi.
CORO:
Ov' è?
A te Stiffelio un canto
S'innalza da ogni core;
Sei di Lamagna vanto,
Del vizio fugatore.
Giustizia, amor fraterno
Diffondi sulla terra,
Pel santo Vero eterno
Combatti l'aspra guerra.
CORO, JORG, FEDERICO, DOROTEA:
Dal campo, dal convito,
Dall'aula, dall'altare,
Tuo nome all'infinito
Tra noi risuoner.
STIFFELIO:
Fratelli, a Dio soltanto
Dovete laudi alzare;
Un'eco allor quel canto
Nell'universo avr.
LINA:
(Da qual rimorso atroce
Mi sento lacerare!
Di sua virtù la voce
Più rea mi griderà)
STANKAR:
(Cotal virtù un rimorso
Se potr in lei destare.
D'un padre avr il soccorso,
Che sempre vegiler!)
RAFFAELE
(Cotal virtù un rimorso
Dovrebbe in me destare;
Ma poco un primo sorso
Libar di voluttà!)
ATTO PRIMO
Scena IV
STIFFELIO:
(Non ha per me un accento! . . . Non un guardo!)
Soli noi siamo alfine . . .
LINA:
Rodolfo . . . Oh perdonate! Mal s'avvezza
A chiamarvi Stiffelio il labbro mio:
Rodolfo Müller: egli il dolce nome
Col quale vi chiamai la prima volta,
Che qui, fuggente la nemica rabbia,
V'accoglieva mio padre.
STIFFELIO:
Quanto infelice fui da te lontano!
LINA:
Pur di trionfi il mondo
T'era splendido tanto e di piaceri!
STIFFELIO:
Piacer! . . . t'inganni, tu con me non eri.
Vidi dovunque gemere
Oppressa la virtude,
Vegliardi vidi e giovani
Del vizio in schiavitude;
Vinto dall'oro il merito,
Delusa la giustizia,
E in mare di nequizia
Vagar l'umanita.
LINA:
Cielo, che orror!
STIFFELIO:
Le ingenue
Custodi del pudore,
Le donne, rotto il vincolo
Del coniugale amore . . .
LINA:
Ah! . . .
STIFFELIO:
Ben lo so, perdonami;
Il quadro troppo orrendo . . .
Ma ti rivedo, e apprendo
Che ancor v' fedelt.
LINA:
Che dite mai, Stiffelio!
STIFFELIO:
Il ver . . . Guai se ingannato! . . .
LINA:
È grande la vost'anima,
Avrebbe perdonato.
STIFFELIO:
Ah no, il perdono facile
Al core non ferito;
Ma occulto sta nell'anime
Tesoro indefinito,
Che nulla mano infrangere
Impunemente può.
Ma . . . lagrime ti grondano! . . .
Tu tremi! . . . non m'inganno;
Ti cruccia ascoso affano.
Parla al tuo sposo.
LINA:
No.
STIFFELIO:
No! . . . dunque allor sorridimi;
Oggi del nostro imene
Ricorre la memoria . . .
LINA:
Lo so . . . (Che orrende pene!)
STIFFELIO:
Dal cielo benedivane
Oggi la madre mia . . .
Oggi il suo anel!... che fia!
Non l'hai!... l'anel dov'è?
LINA:
Ah! . . .
STIFFELIO:
Non c'è più! . . . Rispondere
V'è duopo . . . che ne feste?
LINA:
L'anello? . . .
STIFFELIO:
Sì . . . parlatemi . . .
L'anello a chi lo deste?
Ah v'appare in fronte scritto
Qual rimorso vi fa guerra!
Figlio solo d'un delitto
Quel silenzio accusator!
Ah ch'io cada fulminato,
M'inabissi pur la terra!
Su me scagglisi il creato
Se mi colse il disonor!
LINA:
Mi disanima, m'atterra
Così insolito furor.
ATTO PRIMO
Scena V
STANKAR
Müller?
STIFFELIO:
Che?
STANKAR:
Gli amici attendono . . .
STIFFELIO:
Mai per me un istante avrò!
STANKAR:
Ma qual'ira!
STIFFELIO:
Perdonatemi . . .
Andiam.
Tosto qui verrò.
LINA:
Mi disanima, m'atterra
Così insolito furor.
STIFFELIO:
Ch'io cada fulminato,
M'inabissi pur la terra!
Su me scaglisi il creato
Se mi colse il disonor!
STANKAR:
La disanima, l'atterra
Così insolito furor!
ATTO PRIMO
Scena VI
LINA:
Tosto ei disse! . . . Ah son perduta!
Quai discolpe usar potrei?
Il rimorso mi fa muta,
Un accento non avrei.
Questa misera tradita
Niuno in terra può salvar.
A te ascenda, o Dio clemente,
Il sospiro, il pianto mio . . .
Tu perdona, o colla vita
Possa l'onta cancellar!
Verrà . . . dovrò risponder! Che risponder?
Confessar forse? . . . Ah no! . . . scriver fia meglio.
"Rodolfo!" . . . Ciel non posso! . . .
ATTO PRIMO
Scena VII
STANKAR:
(Io tutto vo'saper . . )
(vedendola)
(Ah!)
LINA:
(Non questo
Che dir gli vo')
STANKAR:
Una lettera!
Al signore di Leuthold scrivevate!
LINA:
Io?
STANKAR:
Silenzio! . . . "Rodolfo! . . .
Di voi non son più degna!"
Non m'ingannava dunque,
o sciagurata! . . .
LINA:
Tacer più non potea . . . tropo soffriva . . .
STANKAR:
Ed ei? . . . Disperazione,
Morte per lui qui stanno.
LINA:
Ciel!
STANKAR:
Sì, morte . . .
LINA:
Ah no, ch'ei viva, o Dio!
Ma ingannarlo dovrò? . . . No, nol poss'io!
STANKAR:
Dite che il fallo a tergere
La forza non ha il core;
Che de' rimorsi il demone
Troppo vi fa terrore;
Dite ch' men difficile
All'anima spergiura
Svelar la colpa impura
Che morte a lui dar.
Non basta a voi l'infamia,
Essere vil volete! . . .
LINA:
Padre! . . .
STANKAR:
Si, vil . . . ma uditemi.
Rodolfo salverete . . .
D'amore immeritevole,
Dovrete amor subire! . . .
LINA:
No.
STANKAR:
È d'uopo l'obbedire . . .
LINA:
Mai!
STANKAR:
Mai!
LINA:
No, non sara.
STANKAR:
Ed io pure in faccia agli uomini
Dovrò l'ira soffocare,
La vergogna dovrò vincere,
Voi mia figlia ancor nomare;
Voi, l'indegna che disprezzo,
Voi, del padre disonore.
LINA:
Oh qual fate orrendo strazio
D'una misera pentita!
Non vi dicon queste lagrime
Che troppo son punita?
Non volente fui nel lezzo
Trascinata dell'error.
STANKAR:
Basti adesso, quel pianto tergete.
LINA:
Ah nol posso!
STANKAR:
Non più, lo dovete.
LINA:
No, nol posso! . . .
STANKAR:
E' di padre volere.
LINA:
Non lo posso! . . .
STANKAR:
È di sposa dovere;
Di Rodolfo lo esige la vita . . .
LINA:
Tacerò.
STANKAR:
Tempo ben.
LINA:
Chi m'aita!
STANKAR:
Or meco venite, il pianto non vale;
Nessuno sospetti l'evento fatale:
Stia come in sepolcro celato l'errore,
Lo esige, lo impera del sangue l'onore.
A Müller del mondo l'amor fia salvato,
Se il vostro perdeva mutabile amor.
LINA:
Orrenda parola! . . . per sempre perduto! . . .
Il pianto si celi, il duolo sia muto;
Sorrida serena nel volto la calma,
Nasconda l'atroce procella dell'alma! . . .
Perduto! . . . perduto! . . . eppure adorato
Qual cosa celeste fu sempre dal cor! . . .
ATTO PRIMO
Scena VIII
RAFFAELE:
M'evitan! . . . ma il colloquio
Avrò che qui le chiedo . . .
Ecco il libro . . . io n'ho la doppia chiave.
JORG:
(Che vedo! . . )
ATTO PRIMO
Scena IX
FEDERICO:
Leuthold! . . .
RAFFAELE:
Mi si chiedeva?
FEDERICO:
La Messiade di Klopstock voleva.
ATTO PRIMO
Scena X
CORO:(Uomini)
Plaudiam! Di Stiffelio s'allegri il soggiorno,
Sì plauda al ritorno del grande pastor!
CORO:(Donne)
Concordi qui regnino la gioia, la pace,
Costante verace sorrida l'amor!
TUTTI:
L'amor che diffondere ei vuoi tra mortali;
L'amor che fa eguali lo schiavo e il signor!
Plaudiamo, ed al cantico qual eco gioconda
L'affetto risponda che muove dal cor!
ATTO PRIMO
Scena XI
STIFFELIO:
Tardasti?
JORG:
Rifuggo da' gaudii mondani.
STIFFELIO:
Adunque tai feste? . . .
JORG:
Le lascio ai profani,
Che arrecan perigli, insidie all'onore.
STIFFELIO:
Che parli?
JORG:
Ti dico che or ora un signore
Un libro con chiave guardingo schiudeva,
E in esso un biglietto . . .
STIFFELIO:
Un biglietto!
JORG:
Ascondeva
E aspetta risposta . . . Quel libro stromento
Di tresca colpevole . . .
STIFFELIO:
Oh cielo! Che sento!
Chi desso?
JORG:
È con Lina, ed ha il libro . . .
STIFFELIO:
Fia vero?
È Frengel! . . . Ma come svelare il mistero!
JORG:
Più tardi . . .
DOROTEA:
Cugino, pensate al sermone?
FEDERICO:
Al tempio stassera saravvi riunione.
Verremo.
CORO:
Sì, tutti.
FEDERICO:
Qual fia l'argomento?
STIFFELIO:
Del perfido Giuda il vil tradimento.
LINA e RAFFAELE
(Oh cielo!)
FEDERICO:
Pensiero sublime, stupendo.
CORO:
A tutti i malvagi d'esempio tremendo.
STIFFELIO:
Non solo all'iniquo ch'ha il Maestro venduto,
Ma a quanti tradiscon m'udrete imprecare
A lui che s'insinua, che simula astuto,
Che insidia, che macchia il domestico lare;
Che stende la mano all'uomo ingannato,
E infame poi vanta l'onore involato! . . .
A lui per an·tema fia sol ch'io ripeta
Il carme ispirato del grande poeta . . .
LINA:
Ah!
STIFFELIO:
È chiuso!
DOROTEA:
Ne ha Lina la chiave.
LINA:
(Gran Dio!)
STIFFELIO:
Apritelo dunque . . .
LINA:
Che dite?
STIFFELIO:
Il voglio . . .
LINA:
Io!
STIFFELIO:
Aprite voi, lo replico,
È inutile il terrore.
D'un empio traditore
qui la condanna sta.
TUTTI:
Oh qual m'invade ed agita
Terrible pensiero!
Fatal, fatal mistero
Tal libro sveler!
STIFFELIO:
Nol volete? . . . farollo io stesso . . .
Una lettera!
LINA:
(Cielo!)
STANKAR:
Non v' legger tal foglio concesso!
Chi lo scrisse, cui spetti ignorate!
STIFFELIO:
Io nol curo . . . rendetelo . . . il vo' . . .
STANKAR:
Vecchio sono . . .
STIFFELIO:
Rendetelo . . .
STANKAR:
No.
STIFFELIO:
Chi ti salva, o sciagurato,
Dallo sdegno che m'accende?
Cieco l'ira gi mi rende,
Più non freno il mio furor!
LINA:
È mio padre . . . l'ira vostra
Su me tutta or cada alfine;
Ma le nevi di quel crine
Rispettatele, signore.
STANKAR:
Nel recinto dei sepolcri
Da me atteso or or sarai;
Armi a scelta troverai . . .
Ti precedo, o traditor.
RAFFAELE:
Freno all'ira; non la temo;
Se ch'io sia conoscete,
Sconsigliato invero siete
Nel gridarmi traditor.
TUTTI:
(A turbar la bella calma
Che spirava in ogni petto,
Perch un demone il sospetto
A Stiffelio pose in cor!)